CONSIGLIO DEI MINISTRI: VIA LIBERA AL DECRETO RISTORI TER

CONSIGLIO DEI MINISTRI: VIA LIBERA AL DECRETO RISTORI TER

Nella notte tra il 20 e il 21 novembre, il Consiglio dei Ministri ha approvato il DL Ristori Ter, un decreto-legge che introduce misure finanziarie urgenti connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19.

Il testo interviene con un ulteriore stanziamento di risorse, pari a 1,95 miliardi di euro per l’anno 2020, destinato al ristoro delle attività economiche interessate, direttamente o indirettamente, dalle misure disposte a tutela della salute, al sostegno dei lavoratori in esse impiegati, nonché con ulteriori misure connesse all’emergenza in corso.

Tra le misure principali il testo prevede:

– l’incremento di 1,45 miliardi, per il 2020, della dotazione del fondo previsto dal decreto “Ristori bis” (decreto-legge 9 novembre 2020, n. 149) per compensare le attività economiche che operano nelle Regioni che passano a una fascia di rischio più alta;
– l’inclusione delle attività di commercio al dettaglio di calzature tra quelle che, nelle cosiddette “zone rosse”, sono destinatarie del contributo a fondo perduto;
– l’istituzione di un fondo con una dotazione di 400 milioni di euro, da erogare ai Comuni, per l’adozione di misure urgenti di solidarietà alimentare;
– l’aumento di 100 milioni per il 2020 della dotazione finanziaria del Fondo per le emergenze nazionali, allo scopo di provvedere all’acquisto e alla distribuzione di farmaci per la cura dei pazienti affetti da COVID-19.

Ecco il commento del direttore di Confesercenti Toscana, Nico Gronchi: “Confermato nel Ristori Ter il codice Ateco 47.72.10 per calzature e accessori al 200% per le zone diventate rosse con il Dpcm del 3 Novembre. Questi negozi erano gli unici che  rimanevano chiusi per decreto e senza un euro di contributo, senza credito d’imposta per gli affitti e sospensione dei contributi (già pagati peraltro il 16). Era un errore evidente a cui abbiamo chiesto con forza che fosse posto rimedio e lo abbiamo ottenuto”.

“Adesso la ‘battaglia’ si sposta” aggiunge Gronchi “per creare un meccanismo di ristori che esca dalla logica dei codici Ateco e tenga conto del calo di fatturato delle aziende e di tutte le relative filiere, in modo che tutti i settori del commercio e del turismo possano ricevere sostegni. Tanto per fare un esempio, se bar e ristoranti viaggiano con cali di fatturato a doppia cifra, come si può pensare che la filiera di distribuzione e fornitura di vini, carni, o prodotti di consumo non ne risentano pesantemente. Invece di rincorrere codici e codicini abbiamo chiesto con forza di applicare un criterio che parta dal calo dei fatturati. Per tutti”.

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